I miei viandanti

domenica 16 agosto 2015

Le antiche Miniere di rame del Predoi, Valle Aurina



E' passato un po' di tempo dal post sul Cadore, e siccome siamo a metà agosto, sicuramente siete tutti in vacanza, me compresa.



Quest'anno vacanze tranquille sui Monti Prenestini, dove abita mia madre da molti anni, il paesino che vi ho mostrato tante volte e da cui proviene la mia famiglia paterna. Contrariamente al solito, finora la macchina fotografica è rimasta a dormire in valigia, ho fatto tante tante passeggiate (10 chilometri al giorno come in città, ma fatte in mezzo ai monti sono  da un lato più impegnative, dall'altro più rilassanti) ma fotografie poco o niente.




E' vero che ormai qui intorno ho fotografato quasi tutto, ed ho ancora tante fotografie da mostrarvi dei paesi della zona, però devo scuotermi da questa pigrizia (del tutto mentale, visto che fisicamente non lo sono affatto) e rimettermi in sella.
Per quelli di voi che sono sulle mie amatissime Dolomiti, che spero l'anno prossimo di rivedere di nuovo, ecco un consiglio su una bella gita di una giornata, se siete dalle parti della splendida Val Pusteria.




Di cose da vedere in Val Pusteria ce ne sono di infinite, qualsiasi valle, qualsiasi paesino da queste parti è un incanto, io ci sono stata tante volte e ancora ho tantissimo da scoprire, ma questa gita è decisamente diversa, perché si tratta delle Miniere del Predoi, un'esperienza davvero particolare e unica. E' una gita di una giornata,  adatta a grandi e piccoli, soprattutto i bambini si divertono moltissimo, ma occorrono alcune precauzioni che dopo vi raccomanderò, primo fra tutti evitarla accuratamente chi soffre di claustrofobia perché si entra davvero nel cuore della montagna.

Innanzi tutto, siamo alla fine della Valle Aurina, provincia di Bolzano,  una delle tante valli trasversali della Val Pusteria. Sulla strada statale 49, quella che attraversa la Pusteria, bisogna arrivare all'altezza di Brunico, e da qui prendere la Statale 621 verso Campo Tures. Anche questo paese è davvero carino e merita una visita, che potete fare tranquillamente al ritorno dalle miniere, nel pomeriggio.

Proseguite per la stessa strada fino a Predoi, ci sono le indicazioni per raggiungere il Museo provinciale delle Miniere: c'è sempre da aspettare un po', perché la visita si svolge a piccoli gruppi, con il trenino a vagoncini che arriva fino nel cuore della montagna: vi conviene arrivare in mattinata, non troppo tardi, pagare il biglietto e cominciare a vestirvi nel frattempo che aspettate il vostro turno.

Il consiglio più importante che posso darvi è: copritevi, perché lì dentro fa veramente freddo, e anche la corsa sul trenino a grossa velocità è un'esperienza emozionante ma un po' gelida, se non siete ben coperti, per cui felpa e giacchetto impermeabile, calzini pesanti e scarponi da trekking.




Nello spogliatoio è obbligatorio indossare il casco di protezione e un impermeabile, ce ne sono di tutte le misure, quindi così bardati sedetevi ad osservare l'emozione del gruppo che parte prima di voi, entrando in un pertugio della montagna e sparendo nelle profondità della roccia.

Le miniere di rame della Croda di Val Rossa cominciarono ad essere sfruttate sin dalla preistoria e, in maniera sistematica, già nel XV secolo, e continuarono  a produrre tonnellate di metallo fino alla fine dell'Ottocento, quando vennero chiuse per esaurimento. Nel 1996 venne istituito questo museo, aperto da aprile a fine ottobre.





Questo è il nostro gruppetto di famiglia pronto per la partenza (io non ci sono, ovviamente, visto che sono la fotografa), tutti molto emozionati. Noi avevamo già fatto questa visita guidata due anni prima, e abbiamo voluto portarci i nostri parenti proprio per la sua particolarità.



Ed eccoci partiti con il trenino, il quale si infila nella galleria più recente e più lunga, la Galleria maestra St. Ignaz a livello del fondovalle, cominciata nel Settecento e proseguita a colpi di polvere da sparo: il trenino si addentra nella montagna per un chilometro, a fortissima velocità.
 La combinazione velocità, vento, buio e rumore di ferraglia è davvero intensa, un'esperienza sensoriale che difficilmente dimenticherete.




Arrivati alla fine della galleria si scende, con la consapevolezza di essere al centro di una montagna di  due chilometri di altezza, e di avere diversi milioni di roccia sopra la testa, e qui comincia la visita guidata (dura un paio di ore circa), in cui viene spiegata sia la storia della miniera stessa, sia le tecniche di estrazione e lavorazione del rame, che in parte avvenivano già in loco.

Una parte importante della spiegazione consiste nella descrizione delle durissime condizioni di lavoro dei minatori, soprattutto nei secoli passati, prima dell'invenzione degli strumenti più moderni di scavo e dell'uso della polvere esplosiva.
 Il lavoro nelle miniere era davvero duro ed estenuante, ma questa zona conobbe un lungo periodo di prosperità proprio grazie alle sfruttamento delle vene di rame e alla loro lavorazione, dando così lavoro a numerose famiglie: quando venne chiusa, molti uomini rimasero disoccupati.






Nei vari cunicoli sono riprodotti, a grandezza naturale, scene di scavo ed estrazione, che vi fanno capire quanto doveva essere terribile questo lavoro, da mettere i brividi davvero.




Si avanti nel percorso, al freddo e con un'umidità pazzesca (spesso il soffitto gocciola), prevalentemente al buio o alla luce radente di poche lampade: ovviamente tutto questo è difficile da riprodurre in fotografia, ma penso che le immagini che ho cercato di fermare, vi possano dare un'idea della fascinazione crudele di questo posto.




Insomma, spero di avervi incuriosito!
Usciti dal buio e dal freddo, quando tornerete al cielo terso e al calore del sole, vi sembrerà di entrare in Paradiso pervaso di luce e tepore (e voi ci siete stati solo due ore, immaginate i poveri minatori che ci passavano dieci ore al giorno).

Finita la gita, potete uscire e, se vi siete provveduti, come noi, di   pranzo al sacco,  fare un rigenerante pic-nic sui prati rasati intorno alla miniera (c'è anche un bar coi tavoli di legno e un negozio di souvenir), oppure proseguire per un bel tratto ed tornare alla bella Campo Tures, in cui è assolutamente obbligatorio visitare il suggestivo castello sulla roccia, ma questo è un altro racconto.


Per informazioni, ecco il sito ufficiale:
Sito del Museo delle Miniere del Predoi

8 commenti:

  1. Post molto interessante, luoghi bellissimi! Quest'anno per me niente vacanze…pazienza, ma se riesco farò qualche giorno a settembre…speriamo!

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  2. Sì, grazie alle belle immagini e alla descrizione del percorso mi hai davvero incuriosito, questa escursione nelle miniere di rame è veramente emozionante, mi piacerebbe visitare la Val Pusteria, quest'anno non è possibile ma per l'anno prossimo ci faccio un pensierino!

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  3. ciao, che piacere incontrarti e sentir parlare e vedere immagini di un mondo a me tanto caro, bellissime le tue foto e belle le tue cronache. Dobbiaco e campo Tures sono da sempre legati a ricordi bellissimi, ciao Marina

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  4. Che bella gita, mi hai incuriosita. Adesso però aspetto il racconto del castello! Deve essere bellissimo camminare in montagna, anch'io tengo duro e macino km su km, ma con l'afa della pianura padana è possibile farlo solo di mattina molto presto e gli scenari sono tutta un'altra cosa.

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  5. grazie per avere condiviso con noi questa visita alle miniere della valle aurina

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  6. Che belle immagini!!! Certo che ci hai incuriositi!!! Anche qui dalle nostre parti c'era una miniera visitabile, meta affascinante per grandi e piccini, ma poi purtroppo l'hanno chiusa, a volte penso che in Liguria vogliamo tanto puntare sul turismo ma non siamo capaci per niente di investire e mantenere questo importante settore!!!

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  7. ciao
    bellissime fotografie. Troppo bello l'Alto Adige.

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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