I miei viandanti

martedì 20 gennaio 2015

Il fascino selvaggio dell'Isola di Giannutri



 Roma piove a dirotto, tempo grigio e freddo, ma sono i cosiddetti giorni della Merla e poi abbiamo avuto tantissime settimane di sole, non ci possiamo lamentare.



Con il mio viaggio per le isole, eravamo rimasti ai fari dell'Isola del Giglio, qualche tempo fa: guardare queste fotografie con i colori squillanti e intensi del mare e dell'estate, in questo giorno uggioso, mi fa venire il buonumore, e quindi ve le posto volentieri.

La nostra gita prosegue verso la più selvaggia Giannutri, comosciuta anche col poetico appellatti di Isola dei Gabbiani, perché il suo ambiente tranquillo e incontaminato permette la nidificazione di numerose specie di uccelli. Si tratta di un'isoletta prevalentemente rocciosa, di soli due chilometri quadrati e mezzo, quindi davvero piccolina ma di grande bellezza. Giannutri è la più meridionale dell'arcipelago, la più vicina al Monte Argentario.

Allora, allontaniamoci dalla mole poderosa della Costa Concordia, alla volta della selvaggia Giannutri.



Ed eccoci arrivati all'unico attracco consentito dell'isola, Cala Maestra. A destra abbiamo la massa rocciosa della costa, a sinistra una delle poche spiagge accessibili, con dei gradini scavati nella roccia che permettono di arrivare al mare.





La vegetazione di Giannutri è costituita prevalentemente da macchia mediterranea, ma  vi si sono acclimatate molte piante succulente anche non autoctone, che crescono splendidamente in questo clima caldo e assolato, come le agave.



In particolare, l'isola è riserva naturale totalmente protetta per la maggior parte del territorio,  è possibile attraccare solamente  alla Cala Maestra: in ogni caso gli accessi e gli attracchi all' isola sono  regolati, soprattutto nei mesi estivi. D'inverno è prevalentemente disabitata, mentre in estate vi giungono traghetti e barche provenienti da Porto Santo Stefano e, come nel nostro caso, da Giglio Porto.

Sull'isola non esistono alberghi o strutture ricettive, e non è possibile costruire abitazioni oltre quelle già esistenti: vi sono infatti un certo numero di villette, ma costruite in maniera tale da non ingombrare e perfettamente mimetizzate nel paesaggio.  è possibile, tuttavia,  trovare alloggio nelle case private.




Come si vede dal sentiero con muretto a secco, ecco le altre specie vegetali che abbelliscono questo ambiente roccioso: piante di fichi, oleandri, succulente di dimensioni imponenti, ginepri e cipressi, che sembrano acclimatarsi benissimo su questa terra calcarea e secca.




L'isola è stata abitata fin dall'epoca preistorica ed etrusca, ma i resti più ingenti appartengono all'età romana: questo è l'ingresso ad una villa di epoca del II secolo dopo Cristo, appartenente ad una famiglia nobile, i Domizi Enobarbi: non avremmo avuto il tempo di visitarla, in ogni caso era chiusa per restauri, e quindi mi sono limitata ad ammirare i resti dal cancello sbarrato.






L'isola ha diverse alture, che sembrano imponenti dal basso ma in realtà non superano i cento metri sul livello del mare: questi sono i ruderi di un forte di età napoleonica.





Camminando tra i sentieri deserti dell'isola, è facile imbattersi in ulivi secolari, che nascondono alla vista le eleganti villette sparse tra la macchia mediterranea.



Sulla sommità, si arriva ad una vasta area aperta, di forma circolare: è l'eliporto di Giannutri, la pista di atterraggio per gli elicotteri.





D'estate, oltre l'accesso regolamentato alle barche e persone (non più di 300 persone al giorno), è severamente regolamentato anche l'accesso ai sentieri: quasi tutti i sentieri, tranne la strada principale, è visitabile solamente con le guide abilitate, per cui non mi sono potuta allontanare oltre il sentiero consentito.

 





Dalla piazza con l'eliporto, si può prendere una stradicciola in ripida  discesa, fatta a grandi pietre, che conduce all'unica piazza abitata dell'isola, in cui dovrebbe esserci un ristorante e un mini-market, ma alcuni turisti che risalivano mi hanno evitato la fatica di salire e scendere, avvertendomi che era tutto chiuso e non valeva la pena scendere fino a giù.










Durante l'ora e mezza di viaggio di ritorno verso Talamone, siamo passati davanti al Monte Argentario, con la vista dei vicini Porto Sant'Ercole e Porto Santo Stefano.
In definitiva, si tratta di una gita piacevolissima: certo, una giornata non è molto per visitare tutto, l'Isola del Giglio meriterebbe un approfondimento di almeno un paio di giorni, però siamo riusciti a vedere delle cose davvero belle e dei panorami spettacolari.

Spero di avervi incuriosito, alla prossima!




7 commenti:

  1. Molto più che incuriosito! Mi hai fatto venire voglia di estate, caldo e mare.. e per un attimo mi è sembrato di essere li :)
    Un bacio :)

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  2. Che belle immagini, mi hai riportato indietro negli anni…quando facevamo campeggio in Toscana con i ragazzi..
    Buona serata!

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  3. Che foto incantevoli e poi con il grigio ed il freddo di questi giorni sono proprio piacevoli :-)
    Quest'estate ci voglio andare in moto :-)

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  4. Che tristezza mi mette rivedere il relitto della Costa Cncordia.. meno male che lo hanno portato via... rstituendo quei paesaggi meraviglisi.. Ammazza che foto.. che mare.. mi fa pensare all'estate propro ora che è inverno e sta piovendo a dirotto.. baci e buona giornata :-)

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  5. Veramente un fascino selvaggio. Io amo questo tipo di isole, ti mettono in contatto con un lato della natura che spesso dimentichiamo.

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  6. bello bello , mi hai fatto venire voglia di estate , un abbraccio
    ciao Reby

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  7. Che belle fotografie, che colori. Sarebbe bello potersi fermare a Giannutri anche la notte. Ti immagini che pace!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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