I miei viandanti

mercoledì 13 luglio 2011

Di libro in libro


Mi sono iscritta di nuovo alla biblioteca comunale.
Anche solo fare tutta la strada per arrivarci, in discesa all'andata ma dolorosamente tutta in salita sotto un sole cocente al ritorno, mi è sembrato già un risultato, vista l'apatia di questi giorni. Ve l'ho detto, questo periodo tendo a procrastinare le cose, a fare vita piuttosto contemplativa, in sostanza a perdere un sacco di tempo: in compenso sto riscoprendo il piacere della lettura che, ultimamente, avevo un po' abbandonato.


Forse anche per il fatto che, da qualche anno a questa parte, continuo ad essere perplessa sulla maggior parte dei libri che compro: sono una di quelle che dentro una libreria ci si potrebbe accampare con sacco e pelo e lampada e rimanerci fino alla fine del mondo, tanto mi piace girare per gli scaffali, guardare le copertine, leggere i risvolti, annusare l'odore della carta e dell'inchiostro.
Spesso un libro mi colpisce anche per la copertina, chissà perchè: mi piacciono quelle sfumate, magari acquarellate, con le pagine ruvide, mentre non mi piacciono per niente i libri con le pagine lucide, le copertine aggressive: sono capace di cercare disperatamente un libro (mi è successo con un libro sulla Provenza) e poi di non comprarlo a causa della brutta edizione, come se un pessimo carattere su una brutta carta rendesse brutto anche il contenuto.


Però comincio ad avere sempre più difficoltà a trovare libri che, a parte l'edizione piacevole da maneggiare, mi abbiano convinto veramente, che mi facciano venir voglia, una volta terminato, di riaprirlo e rituffarmici di nuovo dentro.
Per me un libro è come un vecchio amico, con cui ritrovarmi piacevolmente la sera, ogni tanto: ci sono i miei preferiti in assoluto, quelli che ho letto almeno venti volte e di cui potrei citare brani interi; ci sono quelli che ho letto comunque tante volte, quelli di cui mi viene il ghiribizzo solo ogni tanto, e quelli che invece infilo nelle ormai stracolme librerie della nostra cosa e non tiro più fuori, neanche per sbaglio.

L'ultima delusione cocente è stato il primo volume del Diario del Vampiro: da maniacale fan della serie televisiva The Vampire Diaries, mai mi sarei aspettata un libro così scipito, scritto con caratteri enormi, che già a dodici anni avrei considerato ai limiti della demenza. Va be' che a quindici avevo già letto Carmilla e l'avevo adorato, e certo è difficile  competere con le atmosfere tenebrose create dal maestro Sheridan Le Fanu, però se uno ha proprio voglia di leggersi un bel libro vampiresco, ma lasciate perdere la Jane Smith e andate a rileggervi Dracula, ecchecavolo!


Sempre più spesso mi capitano libri di questo genere, invoglianti di primo acchitto, poi magari inconcludenti, o scritti male, o sciatti, oppure semplicemente inutili. Secondo me si pubblica troppo, e si pubblica moltissima fuffa! 
Io leggo un po' di tutto, ma i generi che prediligo su tutti sono la giallistica e la narrativa di viaggio, comprese le guide turistiche. Le compro a prescindere, che abbia in programma di andarci oppure no, mi piace guardare le fotografie, leggere le descrizioni, comporre itinerari e progettare passeggiate, poi un giorno, chissà...

Per quanto riguarda i gialli, ne ho più di ottocento e penso di averne letti altrettanti, con una spiccatissima predilizione per i gialli psicologici all'inglese, Dickson Carr il mio preferito su tutti. Anche lì, forse ne ho letti troppi, perchè sono sempre meno sospresa e sempre più annoiata. Certo, continuare a fare paragoni con i capolavori non è leale, però leggere l'ennesima ripetizione del monaco medievale a caccia di misteri nella sua tenebrosa abbazia non può non riportarmi alla mente il fascino cerebrale e aristotelico di Guglielmo da Baskerville, così come l'ennesimo librucolo sui Templari e il Graal non può non riportarmi alla mente i fuochi pirotecnici di fantasia del Pendolo di Foucault, non c'è proprio storia.

Per quanto riguarda la narrativa di viaggio, anche quella mi affascina molto, e forse l'avrete capito anche dal tono sognante dei miei post su questo argomento, ma anche qui c'è racconto e racconto, il discorso sarebbe lungo e un giorno lo riprenderò nel dettaglio.


La biblioteca, dicevo. L'avevo abbandonata da qualche anno, ma mi sono convinta a tornarci anche per il costo eccessivo dei libri: l'altro giorno ho comprato il primo volume  del commissario Wallander di Henning Mankell, un'altra serie svedese di grande successo (ultimamente i gialli svedesi vanno per la maggiore, dopo il successo di Stieg Larsson)  da cui hanno tratto sia un telefilm svedese piuttosto piacevole, e soprattutto sei splendidi film inglesi con un intenso e stropicciato Kenneth Branagh, davvero ben fatti e con una fotografia dai colori saturi e dei paesaggi davvero poetici, i primi tre passati rapidamente nel panorama televisivo e scomparsi come una meteora, gli altri tre si trovano solo in lingua originale con i sottotitoli, tanto per fare una cosa nuova.
Finito in un pomeriggio, gradevole, non scritto male, un po' prolisso qua e là, ma insomma, se dovessi dire la verità non mi ha entusiasmato in maniera particolare, e questo si può dire per la maggior parte dei libri che ho letto negli ultimi mesi. Faccio una piccola eccezione per Fred Vargas, che ho cominciato ad apprezzare ultimamente e di cui sto approfondendo la conoscenza con molto piacere.

Sono sempre stata una lettrice onnivora, insaziabile, golosa e disordinata, a volte addirittura compulsiva, e questo fin da quando ero alle elementari, quando una settimana dopo l'inizio della scuola mi ero già letta tutto il sussidiario, proseguendo poi per l'enciclopedia Conoscere, che praticamente conosco a memoria, figure e didascalie comprese.

Avendo presto fatto fuori quasi tutta la biblioteca casalinga, a quattordici anni mamma mi iscrisse alla biblioteca di Testaccio, visto che Trastevere non ha mai avuto una biblioteca tutta sua.
Delle stanze dai soffitti alti, vecchi scaffali immersi quasi nell'oscurità, carichi di libri sconosciuti dalle copertine consunte, un silenzio interrotto solo dallo sfogliare lieve delle pagine, praticamente un paradiso in cui rimanere immersi per ore.
Avevo la mia scheda personale che cresceva di settimana in settimana, visto che i due libri concessi al prestito mi duravano solo pochi giorni, mentre l'estro del momento mi faceva rimbalzare dalla narrativa settecentesca a Balzac, dai Nibelunghi alle storie dei Cavalieri della Tavola Rotonda scivolando, con non poca presunzione adolescenziale, dai sogni di Freud alle visioni deliranti di Edgar Allan Poe.


Ho frequentato quella biblioteca davvero con molta costanza per anni, spesso riprendendo più e più volte gli stessi libri, ed è proprio lì che è nata la mia passione per i gialli. Ricordo una bellissima vecchia edizione pressocché completa, più di quindici volumi, forse degli anni cinquanta o anche precedente, di Arsenio Lupin, di cui sono rimasta talmente incantata da cercarla recentemente nelle librerie antiquarie, in un impeto di rimpianto adolescenziale.

Quando ho cambiato casa, qualche anno fa, mi sono trasferita armi e bagagli nella Biblioteca di questo quartiere anche se, devo ammettere, gli enormi stanzoni nei brutti grattacieli grigi e rossi di Valle Aurelia hanno ben poco del fascino del palazzo ottocentesco di via Marmorata, ma tant'è.

Sono tornata con una carrettata di libri sotto il braccio, ben sei, consumati come sono sempre i libri delle biblioteche, soddisfatta del mio prezioso bottino.

E voi, che state leggendo in questo periodo?

9 commenti:

  1. io adoro leggere ma arriv oa sera che sono distrutta e non iresco.. leggo molto in vacanza...
    anna maria

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  2. Anch'io amo moltissimo leggere anche se lo ammetto, di questo un pò me ne vergogno, ultimamente ho trascurato i libri! Questione di tempo, tornando la sera tardi dal lavoro la stanchezza si fa sentire e così evito di leggere!!
    Adoro i libri dell'800!!!! Tutti poi!!!
    Un abbraccio

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  3. Ciao Geillis, grazie per il passaggio e il commento sul mio blog. Libri? ho un cattivo rapporto, sono un vero disastro, pochi, li comincio e li abbandono, mi guardano quasi a dirmi e perciò?? sono portato in prevalenza a leggere il libro della vita, mia e delle persone che incrocio nel cammino.
    Da domenica riuscirò ad avere qualche ora in più, aspettati una mail.

    Buona giornata a tutti da Stefano del blog Dillo a noi.

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  4. Sono d'accordo con te, un libro pubblicato ormai non si nega a nessuno. E a volte mi domando se sia meglio che i giovani non leggano, anziché perder tempo con certi prodotti squisistamente commerciali che per puro caso si chiamano libri.
    Detto ciò, se ti piacciono i libri di viaggio, ti propongo Grazia Deledda. Non sono di viaggio in senso stretto, ma leggendo Canne al vento, Cenere o Il paese del vento scopri un'affascinante Sardegna, sconosciuta ai più. Comunque, viva la buona lettura!

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  5. ciao geillis, vado di corsa...sto preparando il PIC NIC BOOK a villa pamphili...merenda e scambio di libri amati ( a sorte...) mi sarebbe piaciuto che tu partecipassi...dato che sei una lettrice appassionata... se vuoi ti farò sapere se la nostra iniziativa merita un seguito come vorremo a settembre (col fresco...) commenterò poi con calma questo tuo post... ciao e buone letture!

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  6. Per me vale la stessa cosa. Compro i libri nelle bancarelle. Domenica ho trovato due romanzi a 3 euro l'uno, al posto dei 27 normali in libreria. Non mi avevano mai convinto del tutto e trovavo eccessivo il costo definito dall'editore. In molti casi, soprattutto nel fantasy, esiste una forte speculazione sui romanzi. Vengono create trilogie anche laddove il romanzo in partenza è un unico blocco, magari di 700 pagine. L'editore lo divide in tre e vende ognuna delle copie a 30,00E.
    Mi chiedo se e quanto influisca questa politica sulle vendite e sulle difficoltà degli italiani a leggere. mi trovo in difficoltà con la biblioteca, perché sono possessiva con i libri. Li segno, vi scrivo pensieri o riflessioni, oppure sottolineo frasi che mi toccano.... con un libro da restituire il rapporto è molto più scialbo. On line ho trovato molti siti che permettono download a prezzi accessibili o anche gratuiti di molte opere letterarie significative. Si risparmia molto.

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  7. Come ti capisco... anch'io vengo spesso profondamente delusa dalle letture degli autori contemporanei: magari partono da un'idea buona, poi si perdono nella banalità o nel "già visto"... e allora per tirarmi su mi butto nei classici, oppure negli autori che adoro e che non mi deludono mai, come Benni e Camilleri.

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  8. Cara Geillis, il tuo post è interessantissimo e meriterebbe molto più spazio per essere commentato; hai messo molta carne al fuoco.
    Purtroppo è vero chi ha amato i classici è estremamente esigente, se un libro ha superato i secoli per arrivare a noi è perchè tal libro meritava veramente, purtroppo i romanzi pubblicati oggi non sono la stessa cosa. Probabilmente nessuno tra 10 anni ricorderà un titolo delle saghe urban fantasy che tanto si pubblicano oggi, forse qualche adolescente cresciuta e nostalgica ricorderà un film, magari visto con il primo fidanzatino, ma dubito ricorderà qualche citazione dal romanzo da cui è tratto.
    Certo ci sono ancora letture pregevoli, ma che vanno prese senza troppe pretese e forse, mi viene da dire sono belli propio per questo, sono rilassanti.
    Generalmente Neri Pozza pubblica romanzi che mi piacciono non solo per i contenuti, ma anche per formato e grafica.
    Mi raccomando però, poi vogliamo sapere cosa hai letto e cosa ne pensi.
    Un libro che propio ti sconsiglio (che ancora non ho recensito) è "Vita privata di una sconosciuta", altro caso editoriale creato dal marketing.

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  9. Tra i libri che ho portato in vacanza(anch'io ho svaligiato la biblioteca!) mi è piaciuto in modo particolare un giallo dell'autore inglese Stephen Gallangher "Il tetro delle ossa", a mio giudizio ben scritto, con personaggi interessanti e una trama coinvolgente...

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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